Ultimo aggiornamento: 14 Maggio 2019
Quando si parla di salute, non c’è forse errore più grave che confondere i professionisti del settore e non riuscire a capire chi possa essere il migliore per risolvere un dato problema. E’ il caso del fisioterapista, dell’osteopata e del chiropratico, tre figure professionali che spesso vengono confuse ma che, in realtà, operano su tre campi pratici completamente diversi. Andiamo a chiarirci le idee.
Il fisioterapista, ovvero colui che una laurea di fisioterapia, si occupa della prevenzione, della diagnosi e della cura di tutte le aree legate alla motricità. Spesso collabora con altre figure mediche, è essenziale, ad esempio, nel caso di un’operazione chirurgica che ha coinvolto un arto (ad esempio un braccio, la spalla o una gamba) per la quale, dopo il giusto periodo di riposo post-operatorio, c’è bisogno “di ripartire” e tornare in forma.
L’osteopata è l’esperto della cura del corpo partendo da presupposti di squilibrio delle funzioni dello stesso, non da un punto di vista patologico. Secondo la patologia, diversi disturbi del corpo umano derivano da degli squilibri, che possono essere “riordinati” con la semplice manipolazione del corpo del paziente. L’osteopata può trattare problematiche alla schiena, emicrania e artrite, oltre che delle lesioni più gravi come il gomito del tennista. L’osteopatia non è riconosciuta dal SSN, il Servizio Sanitario Nazionale.
Il chiropratico è colui che si occupa della salute del corpo umano partendo dal sistema nervoso e, dunque, dalla colonna vertebrale, sulla base dell’assunzione che essa controlla tutti gli altri sistemi del nostro corpo. In diverse parti del mondo la chiropratica viene utilizzata come una vera e propria medicina alternativa. La nascita ufficiale di questa pratica è il 1895 e la si deve a Daniel David Palmer, il quale, agendo su un nervo della colonna vertebrale per mezzo di un’azione manuale, riuscì ad alleviare la sordità su uno dei suoi pazienti.