Si parla di emorragia quando si verifica una fuoriuscita più o meno abbondante di sangue dai vasi sanguigni, che può essere provocata da una ferita o da un urto violento oppure può avvenire spontaneamente come nel caso di rottura di un aneurisma.
FORME DI EMORRAGIA
Emorragia esterna: può coinvolgere un’arteria e quindi essere caratterizzata da schizzi spasmodici di sangue rosso vivo che fluisce con rapidità; oppure può essere venosa e si riconosce dal colore rosso scuro del sangue e dal suo flusso continuo. Quando l’emorragia colpisce un capillare la coagulazione è rapida e la perdita di sangue è minima.
Emorragia interna: si verifica quando c’è un versamento di sangue all’interno di una cavità di un organo o di un tessuto corporeo. Può manifestarsi con un ematoma o con la fuoriuscita di sangue attraverso vie naturali: sangue nelle urine, nelle feci, nell’espettorato o nel vomito. Non sempre però si manifesta con sintomi diretti, a volte infatti si rivela indirettamente attraverso dolori o problemi funzionali
CONSEGUENZE DELL’EMORRAGIA
Ematoma: si tratta di una massa di sangue in un tessuto o in un organo e che si forma in seguito ad un’emorragia interna. Di solito si riassorbono velocemente, in alcuni casi però possono esercitare una pressione sui tessuti circostanti e causare altre disfunzioni. Un tipo particolare di ematoma è l’ecchimosi, un livido sottocutaneo che si manifesta con una colorazione bluastra della pelle e si riassorbe in pochi giorni.
Shock ipovolemico: è l’improvviso indebolimento delle funzioni del corpo dovuto ad una sostanziosa riduzione del volume sanguigno. Generalmente è dovuto a gravi emorragie e si manifesta con estremità pallide e fredde, capogiro, vomito, accelerazione e indebolimento del polso e della respirazione, sete intensa.
COSA ACCADE QUANDO UNA FERITA PROVOCA FUORIUSCITA DI SANGUE?
Il corpo reagisce rapidamente attraverso un insieme di fenomeni fisiologici che bloccano l’emorragia e riparano i vasi danneggiati . Si chiama EMOSTASI e si compone di tre stadi:
la vasocostrizione: ovvero riduzione immediata della circolazione nel vaso che viene leso;
la formazione del tappeto piastrinico: un aggregato di piastrine e proteine del siero che si gonfiano attaccandosi al collagene e rilasciando sostanze che promuovono la vasocostrizione;
la coagulazione del sangue: quindi la trasformazione di sangue fluido sanguigno in una massa semisolida detta ‘coagulo sanguigno’, composto di globuli rossi, piastrine e fibrina, una proteina che ha il compito di agire nella ferita come una specie di intelaiatura che rafforza il tappo piastrinico e trattiene i globuli rossi.
Quando la ferita è guarita il coagulo si dissolve.