Scienza Maledetta

Boris Morukov: un anno a letto (1986)

Ultimo aggiornamento: 6 Agosto 2019

In apparenza il lavoro ideale per moltissime persone: gli undici uomini che furono selezionati per prendere parte a questo esperimento nel Gennaio 1986 dovettero semplicemente mettersi a letto e lì rimanerci, per un anno intero.

Trascorsero 370 giorni in questa posizione, senza mai alzarsi o sedersi. Venivano lavati da sdraiati e mangiavano, leggevano, guardavano la televisione e scrivevano lettere in posizione prona (prona = pancia in sù, supina = schiena in su, facile).

Boris Morukov, medico e cosmonauta, dell’Istituto Problemi Biomedici di Mosca voleva scoprire cosa succede a una persona durante un lungo viaggio in condizioni di assenza di gravità.

Gli studi sul riposo a letto non erano una novità assoluta. Furono avviati negli anni ’60, quando gli astronauti iniziarono a trascorrere periodi sempre più lunghi nello spazio. In breve tempo sorse la questione di quale effetto avesse la mancanza di gravità sul corpo umano.

Poiché non esisteva alcuna possibilità sulla Terra di mantenere un corpo in condizioni di assenza di gravità per un periodo prolungato, l’effetto doveva essere simulato. E il metodo più semplice per farlo era quello di posizionare il soggetto in un letto inclinato all’indietro verso la testiera con un angolo di sei gradi. Tale posizione ha un effetto simile sul corpo per l’assenza di gravità: il cuore non deve più lavorare contro la gravità e quindi passa a un ritmo più lento, i muscoli e lo scheletro non devono sopportare quasi alcun carico e i globuli rossi diminuiscono, perché il corpo lavora meno e quindi richiede meno ossigeno.

I primi studi sul riposo a letto durarono alcuni giorni, ma quelli successivi si protrassero per alcune settimane o addirittura due o tre mesi.

Ma i 370 giorni dello studio di Mosca andarono ben oltre tutto ciò che era stato fatto prima.

È difficile ipotizzare cosa abbia convinto gli undici uomini a prendere parte all’esperimento. Fu l’impulso di dare un contributo alla scienza? O le onorificenze che lo stato sovietico promise (e, effettivamente, distribuì) per tali risultati? O forse l’automobile che fu promessa ad ognuno di loro ? Come dice Morukov: “Era ancora l’era sovietica, e non era facile procurarsi un’auto“. In ogni caso, i partecipanti presero molto seriamente lo studio. Solo uno abbandonò l’esperimento, dopo tre mesi: possedeva già un’auto.

Lo scopo dell’esperimento era di testare nuovi modi per prevenire la degenerazione del corpo (struttura ossea, muscoli e tendini). I soggetti del test eseguivano allenamenti con i pesi sdraiati o una passeggiata su un tapis roulant verticale posto di fronte al letto. Cinque uomini furono autorizzati a fare questi esercizi solo dopo quattro mesi a letto. Tutto questo fu progettato per simulare l’eventualità che l’attività fisica degli astronauti fosse sospesa per un lungo periodo nello spazio a causa di malattie o perdita di potenza nel veicolo spaziale.

Dopo quattro mesi (quindi a otto mesi dalla fine dello studio), gli uomini furono messi in una centrifuga mentre giacevano sui loro letti e sottoposti a otto volte la forza “g” che normalmente si sperimenta sulla Terra. Questo è il tipo di accelerazione che si subisce alla fine di un volo spaziale, quando la capsula rientra nell’atmosfera terrestre. Alla fine dell’anno, ci fu un periodo di riabilitazione di due mesi: i “cosmonauti del letto” furono costretti ad imparare di nuovo a sedersi e camminare.

Durante l’anno di sperimentazione lo stress psicologico era direttamente proporzionale a quanto i corpi dei volontari venivano messi alla prova. Gli uomini furono sistemati in gruppi in tre stanze diverse, dove trascorsero il tempo a guardare la TV e leggere. Inizialmente, programmarono di imparare una lingua straniera durante il loro soggiorno [il tempo libero di certo non mancava N.d.R.], ma rinunciarono dopo due settimane. Anche se il cibo veniva puntualmente servito (in perfetto stile spaziale, in contenitori di alluminio) questo non migliorava l’umore del gruppo; tuttavia li ispirò a trovare un hobby: incatenati ai loro letti, iniziarono a fabbricare navi dai contenitori di alluminio o medaglie per le infermiere. In gruppo, spartendosi i compiti, realizzarono un un cavaliere in armatura splendente e lo donarono a Morukov. Per i loro compleanni, si scambiavano regali, mentre celebravano le festività organizzando feste. Ovvio, limitatamente alla libertà di movimento che avevano (cioè, pressoché nulla in quanto sdraiati).

La noia e i costanti esami medici portarono a spesso a forti tensioni tra i partecipanti e il personale medico. Gli occupanti di una stanza per cinque persone cominciarono a soffrire di depressione, a livelli così gravi che uno di loro dovette essere spostato fuori. Ricorda Morukov, che fu costretto a spostare di stanza alcuni volontari per evitare tragiche conseguenze, come fenomeni di autolesionismo o peggio. Lo scienziato, inoltre, sostituì il personale medico con cui gli uomini non andavano d’accordo.

I partecipanti avevano un’età compresa tra 27 e 42 anni e molti di loro erano medici stessi. La maggior parte aveva mogli e figli, che potevano vedere solo una volta alla settimana, la domenica. Alcuni matrimoni non sopravvissero alla tensione. E uno degli uomini si innamorò di un ricercatore che stava lavorando al progetto.

Fonte: https://www.weirdexperiments.com/thebook.htm

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Pavel Fucsovic
Nato in Croazia ma naturalizzato Italiano, Laureato in Scienze Motorie e raffinato scrittore di brevi racconti. Collabora anche con testate web locali del Nord-Est. ------ Note biografiche disponibili nella pagina Redazione | Tutti gli articoli, ove non espressamente specificato, sono sottoposti a Revisione Scientifica e Fact Checking.
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