Nella prima parte di questo insight sui sogni lucidi (che puoi leggere qui: “Sogni Lucidi: Cosa dice la scienza e perché se ne sta interessando“) è stato introdotto il concetto di sogno lucido, che è un fenomeno reale e accettato scientificamente, e le motivazioni per cui la possibilità di indurlo sistematicamente potrebbe rivelarsi utile a scopo terapeutico e di apprendimento. In questa seconda, e ultima, parte tratterò delle tecniche più comuni per sperimentare sogni lucidi e il punto della situazione sui progressi della scienza per comprenderne (e riprodurne) il funzionamento.
La differenza tra sogno vivido e sogno lucido
Prima di procedere con la trattazione dell’argomento principale, si rivela essenziale fare un distinguo. I sogni “vividi” sono sogni che vengono ricordati come se fossero appena accaduti. In genere, ma non è una regola ferrea, i sogni più vividi sono quelli che si fanno nelle ultime fasi REM prima del risveglio. I sogni “lucidi”, come abbiamo già visto, sono sogni in cui si è consapevoli di sognare. In un sogno lucido, il sognatore ha maggiori possibilità di esercitare un certo grado di controllo sulla propria partecipazione all’interno del sogno o di essere in grado di manipolare le proprie esperienze immaginarie nell’ambiente del sogno. I sogni lucidi possono essere realistici e vividi.
Il primo passo per sperimentare sogni lucidi è avere sogni vividi.
Tecniche per fare sogni lucidi
Negli anni sono state sviluppate tantissimi tecniche per indurre in se stessi sogni lucidi, per lo più legate ad un training per lo sviluppo di automatismi tali da assumere maggiore consapevolezza di trovarsi durante un’esperienza onirica.
Il limite di queste tecniche è che non sono scientificamente affidabili in quanto:
- Non forniscono efficacia replicabile, ovvero su alcuni soggetti funzionano, su altri no, e la discriminante tra successo e insuccesso di queste tecniche non è misurabile o controllabile.
- Essendo il sogno lucido un’esperienza del tutto personale, non è neanche possibile confermare o smentire del tutto l’efficacia di queste tecniche.
In ogni caso, alcune tecniche sembrano presentare maggiore potenziale “universale” rispetto ad altre, e ora le scopriremo nel dettaglio.
Un elenco piuttosto completo delle tecniche per sviluppare la capacità di fare sogni lucidi è reperibile su Wikibooks: “Lucid Dreaming/Induction Techniques“.
Tecniche cognitive
Le tecniche cognitive sono attività che vengono eseguite durante il giorno o mentre ci si addormenta. Si tratta quindi di un training finalizzato a sviluppare una maggiore consapevolezza di sé, che facilità il soggetto a scindere tra sogno e realtà. Finora, questo tipo di approccio ha avuto molto successo nell’indurre sogni lucidi.
Uno studio australiano del 2017, “Reality testing and the mnemonic induction of lucid dreams: Findings from the national Australian lucid dream induction study” sperimentò l’efficacia di tre metodi cognitivi di induzione dei sogni lucidi: 1) la tecnica “Reality Testing“, 2) la tecnica “Mnemonic induction of lucid dreams (MILD)” e 3) la tecnica “Wake back to bed (WBTB)“. Vediamole nel dettaglio.
Reality Testing
E’ la tecnica utilizzata da Leonardo di Caprio nel film Inception. Consiste nell’abitudine di chiedere a se stessi se si sta sognando e di compiere un’azione di supporto per scoprirlo. Nel film era lo spin della trottola. L’idea che sta alla base della tecnica è che allenarsi a porsi, ripetute volte durante la giornata, il dubbio se si sia svegli o si stia sognando, abitua il soggetto a porsi la stessa domanda durante i sogni e se il “test della realtà” fallisce, dovrebbe essere semplice acquisire consapevolezza di trovarsi in un sogno, quindi: sogno lucido.
MILD
Con la tecnica MILD, mentre ci si addormenta, ci si concentra sull’intenzione di ricordare di rendersi conto di stare sognando. Ci si ripete un breve mantra nella testa, come “La prossima volta che sto sognando, ricorderò che sto sognando”. E’ essenziale concentrarsi sul reale significato di questa frase, ovvero la ferma intenzione che sottintende, e immaginare di essere tornati in un sogno che si è fatto recentemente, ma questa volta rendendosi conto che si sta sognando.
Questa tecnica è stata ideata da Stephen LaBerge, ed è descritta nel libro “Exploring the World of Lucid Dreaming“
WBTB
Consiste nello svegliarsi dopo 4-6 ore di sonno, alzarsi dal letto e rimanere svegli per un periodo, che va da qualche minuto a un’ora, prima di tornare a letto. È preferibile fare qualcosa in relazione al sogno lucido durante questo periodo (come leggere fonti e libri sul sogno lucido, ma questo articolo va benissimo 😉 ), ma non è necessario.
Si pensa che questo breve risveglio aumenti l’attivazione corticale nelle aree chiave del cervello implicate nel sogno lucido quando si torna al sonno del movimento rapido degli occhi (REM), il palcoscenico durante il quale si verificano sogni vividi.
Questa tecnica spesso risulta potenziata se combinata con altre tecniche; molte persone hanno risultati sorprendenti con una combinazione MILD / WBTB. La tecnica WBTB aumenta significativamente le possibilità di un sogno lucido e l’uso della MILD (vedi sopra) in combinazione aumenta il tasso di successo se si ha la possibilità di dormire un’ora o più dopo la sessione WBTB.
Dispositivi specializzati nell’induzione di sogni lucidi
Sono dispositivi elettronici che, indossati sugli occhi o sulla fronte durante il sonno (come fossero una mascherina per dormire), riconoscono la fase REM dell’utilizzatore, inviando al momento opportuno luci lampeggianti o emettendo vibrazioni per “destare”, solo parzialmente, il sognatore e favorirlo nella presa di coscienza che gli rende possibile iniziare la fase lucida del sogno.
I primi dispositivi sul mercato, i capostipiti del genere, furono NovaDreamer e DreamLight. Entrambi non più in produzione (con un po’ di fortuna si trovano di seconda mano, ma si tratta comunque di apparecchi obsoleti).
Nel 1987 il già citato Stephen LaBerge condusse il primo studio sull’induzione del sogno lucido attraverso la stimolazione luminosa durante il sonno REM: su 28 volontari, 17 (61%) riferirono di aver vissuto almeno un episodio di sogno lucido. I risultati ispirarono la creazione dei primi dispositivi domestici per la stimolazione luminosa.
Il capostipite fu il Novadreamer (il DreamLight era un prodotto similare), la cui produzione è stata interrotta nel 2009. Per anni è stata annunciata una nuova versione, ma a tutt’oggi nulla ha ancora visto la luce.
Apparecchi simili al Novadreamer sono ancora in commercio, come il REM-Dreamer , ma l’approccio del riconoscimento del mero movimento oculare è comunque superato dalla tecnologia dei dispositivi più moderni.
I dispositivi di ultima generazione riconoscono il momento ideale per inviare impulsi al sognatore facendo uso di EEG (Elettro Encefalografia, ovvero la misurazione dell’attività elettrica del cervello).
Due dispositivi EEG promettenti, che hanno raccolto consensi (e montagne di finanziamenti) con le rispettive campagne di crowdfunding sono Aurora, al momento in Pre-Order, e Neuroon, i cui ideatori, nonostante il successo su Kickstarter, hanno dichiarato bancarotta, quindi purtroppo non lo vedremo mai sul mercato.
Al momento, se si vuole investire sulle proprie capacità di entrare in modalità sogno lucido, ZMax della HypnoDyne, al costo proibitivo di 900 $, rappresenta il “gold standard” del mercato.
Gli stimoli inviati da Zmax sono luminosi, sonori e -per non farsi mancare nulla- invia vibrazioni. Le tecnologie con cui il dispositivo riconosce il momento ideale per destare la coscienza dell’utilizzatore sono l’EEG (Elettroencefalografia), l’EM (il movimento degli occhi, come il defunto NovaDreamer), battito cardiaco, temperatura corporea; le rilevazioni effettuate dal dispositivo sono computate da un algoritmo che risiede sui server di Hypnodine (è richiesta quindi una connessione ad internet per utilizzarlo).
I pro di un “sistema” di questo tipo sono la capacità di calcolo, con algoritmi perennemente aggiornati direttamente dal produttore, e che ZMax è quanto di più simile alla strumentazione per sogni lucidi dei ricercatori scientifici. Ma a casa propria. Il contro, al di là del prezzo, è che se un giorno Hypnodine decidesse che: “Ok basta, ci siamo rotti le palle di ‘sto lavoro“, e spegnesse i server, vi ritrovereste solo con una costosissima mascherina per il sonno a prender polvere in casa.
Una panoramica delle tecnologie e delle caratteristiche dei più diffusi dispositivi per sogni lucidi (passati, presenti e futuri) è consultabile qui: “Portable Devices to Induce Lucid Dreams—Are They Reliable?” (su Frontiers of Neuroscience)
La via farmacologica
Ricerche recenti suggeriscono che l’utilizzo di alcuni farmaci potrebbero essere promettenti (in ottica: “somministro questo e ottengo questo” che è ciò che ricercano gli scienziati). Ad esempio, la Galantamina, un inibitore enzimatico tipicamente usato per il trattamento del Morbo di Alzheimer lieve o moderato, o altre problematiche legate alla memoria, ha dimostrato di aumentare significativamente i tassi di induzione del sogno lucido quando usato in combinazione con le tecniche WBTB e MILD (vedi sopra).
ATTENZIONE. Aspiranti lucidi sognatori che già pensate di correre dal vostro medico a farvi prescrivere la Galantamina: la ricerca è nelle sue fasi iniziali e il farmaco può avere effetti collaterali. E non da poco.
Si dovrebbe essere estremamente cauti anche con gli integratori ed erbe i cui produttori affermano di aumentare la capacità di fare sogni lucidi – non sono supportati da prove scientifiche e, come con tutti i farmaci, esiste il rischio di reazioni allergiche ed effetti collaterali.
Erbe e integratori comunemente associati a sogni vividi e lucidi sono il 5-HTP, l’Artemisia, la Colina, l’Uperzina A e DHEA. Ripeto, non vi è ALCUNA evidenza scientifica, ma se volete maggiori informazioni, leggete qui: “5 Lucid Dream supplements & Herbs that will rock your world“.
Riepilogando. Il fenomeno dei sogni lucidi non è nuovo ed è un esperienza che tantissime persone sperimentano lungo la vita. Nel corso degli anni sono state ideate tecniche e tecnologie per procurarsi volontariamente lo stato cosciente durante il sogno. Ogni tecnica può funzionare, ma essendo i sogni qualcosa di estremamente personale, è difficile valutarne empiricamente l’efficacia.
La scienza e i sogni lucidi: il punto della situazione
È un fatto che neuroscienziati e ricercatori di tutto il mondo siano estremamente interessati al fenomeno del sogno lucido. Negli ultimi anni le ricerche e gli studi sono intensificati.
Uno studio comprensivo delle tre metodologie disponibili al momento (psicologico-cognitive, tecnologiche attraverso dispositivo, e farmacologiche) è disponibile qui: “Investigating consciousness in the sleep laboratory – an interdisciplinary perspective on lucid dreaming“.
Lo studio più recente, in ordine di tempo, condotto presso l’Università del Wisconsin-Madison, ha dimostrato (in doppio-cieco, placebo controllato) di poter indurre il sogno lucido somministrando Galantamina e sottoponendo i soggetti a terapia cognitiva, nel 27% dei casi (4 mg) e 42% dei casi (8 mg), contro il 14% dei gruppo cui era somministrato placebo.
Lo studio, “Pre-sleep treatment with galantamine stimulates lucid dreaming: A double-blind, placebo-controlled, crossover study“, è stato pubblicato nell’Agosto 2018 sulla rivista Plos One.
Sogni lucidi e metacognizione
Nella difficoltà di indurre, sistematicamente, il sogno lucido sui soggetti che si sono prestati alle tante ricerche, alcuni scienziati si sono semplicemente posti la domanda: cos’hanno di speciale coloro che riferiscono di avere soventi sogni lucidi?
I ricercatori del Max Planck Institute for Human Development di Berlino e del Max Planck Institute of Psychiatry di Monaco di Baviera hanno scoperto che l’area del cervello che gestisce l’autoriflessione è più ampia nei sognatori lucidi. Pertanto, i sognatori lucidi sono forse anche più autoriflessivi quando sono svegli. I sognatori lucidi sono consapevoli di sognare mentre sognano. A volte, possono persino svolgere un ruolo attivo nei loro sogni. Forse, il sogno lucido è strettamente legato alla capacità umana di autoriflessione, la cosiddetta metacognizione.
I neuroscienziati hanno confrontato le strutture cerebrali di frequenti sognatori e partecipanti che non fanno mai o solo raramente sogni lucidi. Le osservazioni svolte, indicano che la corteccia prefrontale anteriore, cioè l’area del cervello che controlla i processi cognitivi coscienti e che gioca un ruolo importante nella capacità di auto-riflessione, è più grande nei sognatori lucidi frequenti.
Le differenze nei volumi nella corteccia prefrontale anteriore tra sognatori lucidi e sognatori non lucidi suggeriscono che il sogno lucido e la metacognizione sono effettivamente strettamente collegati. Questa teoria è supportata da immagini cerebrali scattate quando le persone esaminate stavano risolvendo test meta-cognitivi mentre erano svegli. Quelle immagini mostrano che l’attività cerebrale nella corteccia prefrontale era più alta nei sognatori lucidi. I risultati indicano che la capacità di autoriflessione nella vita di tutti i giorni è più marcata nelle persone che possono facilmente controllare i propri sogni.
Lo studio, pubblicato sul The Journal of Neuroscience nel 2015 è consultabile su questa pagina: “Metacognitive Mechanisms Underlying Lucid Dreaming“
In successivi follow-up I ricercatori vorranno stabilire se le abilità meta-cognitive possono essere allenate.
Per approfondire, da un punto di vista storico scientifico, il sogno lucido, consiglio la lettura di questo approfondimento su How Stuff Works: “How Lucid dreams work?“.