Una delle Leggi della natura che l’uomo non è ancora riuscito a sovvertire è che invecchiando il sistema immunitario si indebolisce. Numerosi studi però suggeriscono che una regolare attività fisica possa prolungare l’efficacia del sistema di difesa dell’organismo. In questo articolo vedremo tutto nel dettaglio.
Introduzione
Come abbiamo visto nei due speciali di Angela Garella dedicati al Sistema Immunitario: “Il Sistema immunitario è cool” e “Come NON indebolire le difese immunitarie” uno dei principali fattori che ledono l’efficacia delle difese contro virus, batteri e corpi esterni è l’avanzare dell’età.
Detto questo, esattamente come per il metabolismo che invecchiando rallenta sensibilmente, rassegnarsi non è un’opzione: uno stile di vita più attivo può concretamente rallentare e, in alcuni casi, interrompere la progressiva senescenza del sistema immunitario.
Immunosenescenza: Come invecchia il sistema immunitario
Non è un caso se il progressivo indebolimento del sistema immunitario interessa la Scienza. Potrà sembrare un ragionamento cinico, ma l’aspettativa di vita nell’ultimo secolo si è allungata più velocemente della nostra evoluzione.
Migliorate condizioni igieniche, vaccini, farmaci, maggiore disponibilità di acqua potabile e di risorse alimentari hanno creato le condizioni “esterne” per estendere la vita degli esseri umani. Il problema è che all’ “interno” siamo sempre gli stessi. E invecchiamo. Male, nella maggior parte dei casi.
E oltre alla sarcopenia (perdita di massa muscolare) e all’osteoporosi (perdita di densità ossea), l’anzianità porta con sé un perenne stato infiammatorio che è figlio (legittimo) del progressivo indebolimento delle difese immunitarie. Nello specifico una minore efficacia del sistema immunitario “adattivo” e “innato”.
Il problema, inoltre, non risiede solo in una fisiologica debolezza del sistema immunitario, ma anche in un suo sbilanciamento. Il termine “Immunosenescenza” identifica, appunto, questo fenomeno.
Come si traduce, nella pratica, l’immunosenescenza? In una minore risposta immunitaria a seguito di un vaccino, ad esempio. O alla maggiore esposizione ad infezioni, anche gravi, e al riacutizzarsi di patologie “dormienti”.
Lo studio: “Age and Age-Related Diseases: Role of Inflammation Triggers and Cytokines” (Frontiers in Immunology, 2018, ) identifica il problema in una costante infiammazione che affligge gli anziani. Lo stato infiammatorio è assolutamente naturale nei giovani, ed è logica conseguenza di una risposta immunitaria. Tuttavia, se lo stato infiammatorio permane nel tempo può diventare dannoso per l’organismo.
Un ruolo importante nella risposta immunitaria è costituito dalle cellule “T”. L’organismo, nel corso della sua esistenza, dispone di un numero predefinito di cellule T. Che rimane tale per tutta la vita. Quando è in corso un’infezione da agente patogeno mai incontrato prima, una quantità di cellule T “vergini” viene inviata dal sistema immunitario a impararne e caratteristiche e organizzare la difesa in occasione di future infezioni. Man mano che si invecchia il numero di cellule T vergini diminuisce, rendendo il soggetto meno attrezzato di fronte a nuove infezioni e meno reattivo a produrre una risposta immunitario a seguito di una vaccinazione.
Una condanna, quindi? No. Perché c’è molto che si può fare.
Invecchiare quindi? Certo. Succede a tutti. Ma si può invecchiare bene o invecchiare male. E la discriminante è l’attività fisica, in primis, e l’alimentazione.
L’attività fisica può realmente fare miracoli nel prolungare l’efficacia del sistema immunitario.
Il principio secondo cui lo sport e mantenersi attivi possono prolungare la data di scadenza del sistema immunitario è il seguente: i muscoli scheletrici producono una serie di proteine chiamate miochine che riducono l’infiammazione e preservano la funzione immunitaria. Il mantenimento della massa muscolare attraverso l’esercizio può proteggere dalle infezioni e da condizioni come il diabete di tipo 2 e le malattie cardiovascolari, che sono strettamente legate all’infiammazione cronica. (Fonte: “Can physical activity ameliorate immunosenescence and thereby reduce age-related multi-morbidity?” – Nature, 2019).
Lo studio: “Aerobic fitness is associated with lower proportions of senescent blood T-cells in man” (Brain, Behavior, and Immunity, 2011) ha dimostrato come l’esercizio aerobico riduca la proporzione di cellule T (prima menzionate) senescenti.
Inoltre, in questo studio pubblicato su Age nel 2015: “Elderly men with moderate and intense training lifestyle present sustained higher antibody responses to influenza vaccine” è stata valutata la risposta immunitaria di 61 uomini di età compresa tra 65 e 85 anni, concludendo che coloro che praticavano attività fisica (moderata o intensa) presentavano una migliore risposta immunitaria dopo l’inoculazione del vaccino per l’influenza stagionale.
Veniamo all’alimentazione. Una dieta di tipo mediterraneo (che prevede quindi generose porzioni di frutta, verdura e pochi grassi saturi) è in grado nel medio -lungo periodo di prevenire la debolezza associata alla vecchiaia e alla maggiore facilità di contrarre infezioni.
(Fonte: Inflammageing: chronic inflammation in ageing, cardiovascular disease, and frailty – Nat Rev Cardiol – 2018)
La dieta mediterranea è stata inoltre promossa da questo studio: “Adherence to Mediterranean Diet Reduces Incident Frailty Risk: Systematic Review and Meta‐Analysis” (AGS, 2018), in quanto capace di ridurre lo stato infiammatorio.
Attività fisica e alimentazione sana consentono il mantenimento del peso forma. Che è importante perché un eccesso di tessuto adiposo corrisponde ad una maggiore produzione di citochine, secondo lo studio: “Exercise and the aging immune system” (Ageing Research Reviews, 2012)
In Conclusione
Non si può far nulla per bloccare lo scorrere del tempo. Nonostante il sistema immunitario si indebolisca progressivamente con l’invecchiamento, studi scientifici dimostrano che fare attività fisica, alimentarsi correttamente e mantenere il peso forma può mantenere efficace il sistema di difesa dell’organismo anche in tarda età, riducendo lo stato infiammatorio cronico e mantenendo un corretto bilanciamento tra sistema immunitario adattivo e innato.