L’insonnia può essere contrastata da una buona dose di ottimismo?
Una nuova ricerca ha studiato la correlazione tra gli stati cognitivi del sentire/pensare/vivere e qualità del sonno. Oggi la frenesia lavorativa, le incombenze giornaliere costellate da stress, angosce e preoccupazioni, agiscono negativamente sul nostro benessere.
Tale benessere si fonda sui ritmi circadiani: l’alternanza cadenzata di veglia e sonno nelle 24 ore.
Una costanza che, nella giusta misura, garantisce all’uomo salute di corpo e mente, nonché sintonia con il mondo esterno.
L’importanza del sonno è scandita anche dal World Sleep Day, la Giornata Mondiale del Sonno, ogni 16 marzo, promossa dall’Associazione Mondiale di Medicina del Sonno.
Il rapporto tra ottimismo e qualità del sonno
L’autrice dello studio: “The Association of Optimism with Sleep Duration and Quality: Findings from the Coronary Artery Risk and Development in Young Adults (CARDIA) Study” è la dottoressa Rosalba Hernandez, assistente professore all’Università dell’Illinois.
I partecipanti al suo studio sono stati 3.548, tutti adulti di età compresa tra i 32 e i 51 anni.
Lo studio CARDIA, pubblicato sulla rivista Behavioral Medicine, era rivolto ad individuare i fattori di rischio per le malattie coronariche.
I partecipanti erano di etnia bianca, non ispanici e afroamericani, che vivevano in California, New Jersey, Chicago, Birmingham, AL, Minneapolis, Oakland, Illinois, tra le altre città degli Stati Uniti.
A distanza di 5 anni, i partecipanti hanno riferito sulla qualità del loro sonno due volte, menzionando i sintomi di insonnia e il numero di ore in cui avevano dormito regolarmente.
A corredo dell’analisi, indossavano monitor di attività, che misuravano obiettivamente per quanto tempo dormivano profondamente e per quanto tempo erano irrequieti durante la notte.
Lo studio ha potuto constatare che gli ottimisti tendono a dormire meglio.
Dormire meglio aiuta la salute cardiovascolare
Gli ottimisti hanno maggiori probabilità di impegnarsi in una gestione attiva incentrata sui problemi e di interpretare gli eventi stressanti in modi più positivi. Essi riducono le preoccupazioni e i pensieri quando si addormentano e durante il loro ciclo di sonno.
ha sottolineato la dott.ssa Hernandez, co-autrice dello studio.
Per valutare l’ottimismo dei partecipanti, i ricercatori hanno sottoposto una serie di 10 dichiarazioni, usando una scala Likert a cinque punti, chiedendo di esprimere la propria opinione, in una scala da “fortemente d’accordo” a “fortemente in disaccordo”.
Il risultato del sondaggio risultante variava da 6 il più pessimista a 30, il più ottimista.
Le dichiarazioni includevano:
- affermazioni positive (ad esempio: “Sono sempre ottimista sul mio futuro”);
- affermazioni negative (ad esempio: “Non mi aspetto quasi mai che le cose vadano per il verso giusto”).
Lo studio ha applicato analisi di regressione multivariata e ha potuto così rivelare che ogni aumento della deviazione standard era correlato ad un aumento del 78% delle probabilità di una migliore qualità del sonno.
I partecipanti con punteggi più alti avevano il 74% di probabilità in meno di avere insonnia e maggiori probabilità di dormire da 6 a 9 ore ogni notte.
La mancanza di sonno [salutare] è una preoccupazione per la salute pubblica. Infatti, la scarsa qualità del sonno è associata a molteplici problemi di salute, tra cui maggiori rischi di obesità, ipertensione e tutti causano mortalità. La disposizione all’ottimismo – la convinzione che in futuro accadranno cose positive – è emerso come una risorsa psicologica di particolare rilevanza per la sopravvivenza alla malattia e per godere di una salute superiore.
ha commentato la Dott.ssa Rosalba Hernandez.