Ultimo aggiornamento: 29 Novembre 2021
La nicotina è un alcaloide presente in sigarette e tabacchi lavorati, nonché -in percentuali risibili, nelle melanzane, pomodori e patate. Pur non essendo il principale pericolo insito nel vizio del fumo, la nicotina causa rapida assuefazione e dipendenza.
In questo articolo presenterò una panoramica sulla nicotina, suoi suoi effetti neurologici e fisiologici sul corpo umano.
TL;DR –> Statene lontani il più possibile.
Cos’è la Nicotina
La Nicotina è il principale alcaloide (sostanza contenente azoto di origine vegetale) delle foglie del tabacco. In natura questa pianta usa la nicotina come pesticida naturale.
Il principale assorbimento della nicotina avviene negli alveoli polmonari, processo favorito dalla grande superficie dei polmoni e dal pH di 7,4 che ne favorisce il trasporto.
Il quantitativo medio di nicotina in una sigaretta è di circa 15 mg, mentre la quantità assorbita è poco più del 10%. La quantità di nicotina presente in alcuni vegetali è troppo bassa per avere effetti psicoattivi: è 444 volte inferiore a quella ingerita con una singola sigaretta (Fonte).
La nicotina è presente anche in prodotti di supporto allo smettere di fumare, come gomme da masticare e cerotti. In entrambi i casi la biodisponibilità dell’alcaloide è inferiore a quella inalata attraverso un prodotto da tabacco lavorato tradizionale e l’assorbimento dipende dalla tipologia di prodotto, dalla quantità di nicotina presente e da fattori personali.
La nicotina, una volta entrata nell’organismo, presenta effetti neurologici e fisiologici.
Neurofisiologia della Nicotina
L’assunzione di nicotina (nei fumatori) aumenta l’attività neuronale nelle regioni frontali e cingolate del cervello, nonché nel nucleo accumbens e nell’amigdala, entrambe aree del cervello coinvolte in modelli comportamentali associati alle dipendenze.
Attenzione e tempo di reazione
Esiste una pletora di studi su umani che dimostra un certo effetto della nicotina sulla soglia di attenzione e sui tempi di reazione. La migliore meta analisi al momento disponibile è: Meta-analysis of the acute effects of nicotine and smoking on human performance (2010).
Le conclusioni del paper, che ha preso in considerazione 41 studi su umani in doppio cieco, sono che – in modo dose-dipendente, la somministrazione di nicotina migliora i tempi di reazione in caso di stimolo singolo, ma non ha un grande effetto in caso di stimoli multipli.
Sessualità
Anche per questo sono disponibili studi scientifici. La conclusione, molto semplicemente? La nicotina è uno dei più potenti ANTI-AFRODISIACI disponibili. (Fonte: The effects of cigarette smoking on human sexual potency – 1986). E l’azione inibitoria della libido funziona in egual misura negli uomini e nelle donne (The inhibitory effects of nicotine on physiological sexual arousal in nonsmoking women: results from a randomized, double-blind, placebo-controlled, cross-over trial – 2008).
Gli uomini in particolare sperimentano un ulteriore effetto spiacevole: erezioni meno potenti (Fonte: Acute effects of nicotine on physiological and subjective sexual arousal in nonsmoking men: a randomized, double-blind, placebo-controlled trial) a causa degli effetti dannosi sulla funzione vascolare, ergo la circolazione sanguigna, ergo l’afflusso di sangue in zona peniena e la modulazione delle catecolamine.
Ok, credo che dopo aver letto il paragrafo legato alla sessualità molti lettori si saranno convinti a smettere di fumare [Fate bene! – N.d.A.], ma mica è finita…
Ansia
Gli effetti su ansia e depressione sono stati studiati su volontari che presentavano deficit cognitivi minori: Nicotine treatment of mild cognitive impairment: a 6-month double-blind pilot clinical trial. La nicotina, limitatamente al profilo dei volontari, ha dimostrato avere un blando effetto ansiolitico ma nessun effetto migliorativo sui sintomi della depressione.
In realtà, la dinamica della nicotina, che influenza e attiva aree del cervello che regolano l’ansia e le preoccupazioni suggerisce invece che potrebbe esacerbare situazioni di ansia (Nicotine increases neural response to unpleasant stimuli and anxiety in non-smokers).
Memoria
Significativi miglioramenti nella memoria sono stati apprezzati in una meta analisi e revisione di studi: Meta-analysis of the acute effects of nicotine and smoking on human performance.
Inoltre uno studio di 6 mesi su soggetti che lamentavano deficit cognitivi minori ha visto come una somministrazione (mediante cerotto) di 15 mg di nicotina ha migliorato la memoria, l’attenzione, e la coordinazione motoria senza migliorare alcun parametro fisiologico (Nicotine treatment of mild cognitive impairment: a 6-month double-blind pilot clinical trial)
Perché la Nicotina crea dipendenza?
Stranamente, nonostante sia una sostanza che vanta decenni di studi su umani e animali, l’esatto meccanismo attraverso cui la nicotina crei rapida dipendenza in chi la consuma è ancora oggetto di teorie.
La più accreditata ipotesi è che il consumo di nicotina, attraverso sigarette regolari o vaporizzazione, porti al rapido rilascio della dopamina nel cervello, che spinge o “insegna” al cervello a ripetere lo stesso comportamento (come l’uso del tabacco) più e più volte. Questo fenomeno, comune a molte altre droghe, è anche noto come rinforzo: un comportamento reiterato e condizionato dalla sensazione di ricompensa.
A presiedere il desiderio di assumere sempre più nicotina è l’attivazione dei recettori nicotinici dell’acetilcolina (nAChR) sui neuroni dopaminergici mesocorticolimbici.
Il cervello riceve una “botta” di dopamina dalla nicotina ogni volta che una persona fa un tiro da una sigaretta (all’incirca 10/20 secondi dopo la singola inalazione – Fonte: Clinical pharmacology of inhaled drugs of abuse: implications in understanding nicotine dependence) o inala il vapore da una sigaretta elettronica che contiene nicotina. La continua secrezione di questo neurotrasmettitore, la sensazione di ricompensa che ne deriva, insegna al cervello ad usare e voler usare sempre di più la nicotina. E l’uso ripetuto aumenta il rischio di dipendenza.
Secondo la fonte prima riportata, la nicotina immessa nell’organismo attraverso inalazione raggiunge il cervello più velocemente rispetto all’assunzione orale e persino rispetto all’iniezione endovenosa.
Curiosità: da studi su animali, pare che il rischio di diventare dipendenti dalla nicotina sia più alto nei soggetti di sesso femminile che in quelli di sesso maschile. Non solo, negli umani, le donne dimostrano maggiore difficoltà a smettere di fumare.
Fonti (tra le altre): Sex differences in the contribution of nicotine and nonpharmacological stimuli to nicotine self-administration in rats, Using growth models to relate acquisition of nicotine self-administration to break point and nicotinic receptor binding, Smoking cessation in women. Special considerations.
Oh, sono principalmente studi su animali, prendeteli con beneficio di inventario, non scateniamo una guerra di sessi 🙂
Ora passiamo agli effetti sul corpo della Nicotina. Partendo, innanzitutto, dalla domanda più frequente tra gli aspiranti ex-fumatori:
Perché quando si smette di fumare si prende peso?
La motivazione più banale, che attiene al buon senso, è che venendo a mancare la “ricompensa” continua data dall’assunzione di nicotina, spesso gli ex fumatori cercano di ricreare lo stesso meccanismo attraverso altre fonti: cibo, in primis, ma anche alcool e alimenti dolci e ricchi di grassi.
Ma c’è anche una motivazione “fisica”. La nicotina (vale anche per quella assunta in modi diversi dall’inalazione) ha un, seppur blando, effetto termogenico (Effects of cigarette smoking and its cessation on lipid metabolism and energy expenditure in heavy smokers.)
La nicotina agisce sui recettori dell’acetilcolina per rilasciare adrenalina e noradrenalina, che poi agiscono sui recettori beta-adrenergici (bersaglio molecolare dell’adrenalina e dell’efedrina) per indurre la perdita di grasso.
Inoltre 1-2 mg di nicotina aumenta il tasso metabolico (calorimetria indiretta) del 3,7-4,9%, e questo sembra aumentare con la coingestione di 50-100 mg di caffeina nella gomma senza alcuna dipendenza dalla dose osservata con l’aggiunta di caffeina (Fonte: Effect of chewing gum containing nicotine and caffeine on energy expenditure and substrate utilization in men.)
Venendo a mancare questo “aiutino” continuo e quotidiano una volta cessata l’assunzione di nicotina, è più facile prendere peso.
Continuiamo con gli effetti sul corpo.
Cancro: la nicotina, in sé, è cancerogena?
Sappiamo che le sigarette sono considerate fattore di rischio per lo sviluppo di tumori (cfr: https://www.cancer.org/cancer/lung-cancer/causes-risks-prevention/risk-factors.html), a causa principalmente delle sostanze chimiche nocive inalate con ogni sigaretta.
La nicotina, in sé, non è considerata cancerogena. Ma questa diffusa convinzione è ERRATA: la nicotina E’ cancerogena anche a sé stante, in quanto attiva diversi processi all’interno del corpo che possono portare allo sviluppo di tumori.
Lo studio del 2015: Nicotine: Carcinogenicity and Effects on Response to Cancer Treatment – A Review mette seriamente in guardia dall’ utilizzo troppo disinvolto della nicotina per i suoi (blandi) effetti psicoattivi su concentrazione e memoria.
A piccole dosi, la nicotina accelera la crescita cellulare. In dosi maggiori, è velenoso per le cellule. La nicotina avvia un processo chiamato transizione epiteliale-mesenchimale (EMT). L’EMT è uno dei passaggi importanti nel percorso verso la crescita delle cellule maligne.
La nicotina riduce il soppressore tumorale CHK2. Ciò può consentire alla nicotina di indebolire una delle difese naturali del corpo contro il cancro. La nicotina può accelerare in modo anomalo la crescita di nuove cellule. Ciò è stato dimostrato nelle cellule tumorali del seno, del colon e del polmone. Infine, la nicotina può ridurre l’efficacia del trattamento del cancro.
Altri effetti sul corpo?
La nicotina ha effetti antinfiammatori, attraverso l’attivazione del recettore della nicotina e può sopprimere le reazioni infiammatorie nelle cellule immunitarie e ridurre la secrezione di citochine pro-infiammatorie.
In uno studio osservazionale (che sappiamo non essere definitivo), la nicotina ha mostrato potenziale protettivo contro la colite ulcerosa, ma ininfluente su altre patologie dell’apparato digerente. (Fonte: Risk of ulcerative colitis among former and current cigarette smokers.)
In almeno tre studi su animali, la Secrezione del Testosterone è negativamente influenzata dalla nicotina e questo è solo uno dei tanti aspetti per cui sigarette e sana vita sessuale (in questo caso, dell’uomo) sono due concetti incompatibili.
La buona notizia è che -sempre dalle osservazioni su topi- i livelli di testosterone sono tornati regolari dopo 30 giorni dalla cessazione totale di assunzione di nicotina.
Sempre su studi animali la nicotina si dimostrata in grado di impattare negativamente sulla secrezione di estrogeni.
In conclusione
La nicotina è un alcaloide presente in prodotti da tabacco lavorato e, in quantità risibili, in alcune verdure. La Scienza si è occupata negli ultimi decenni nello studiarne le potenzialità per-sé ma anche identificare i suoi lati oscuri.
Fatto il doveroso bilancio tra pro e contro, se è vero che -in quanto nootropo- può avere blanda efficacia su attenzione e memoria, nonché potere antinfiammatorio, questa sostanza è a dir poco deleteria per la sfera sessuale, per la secrezione ormonale (sia in uomini che donne) e, contrariamente a quanto si creda comunemente, può favorire le condizioni fisiologiche che portano allo sviluppo di tumori.
Avete bisogno di altro per smettere di fumare… ieri?
[…] assolutamente caffeina o nicotina nel corso della giornata. Indipendentemente dall’orario in cui bevi caffè o fumi sigarette, […]