Le vittime del fumo
Il fumo è la principale causa di morte prevenibile in tutto il mondo: 7 milioni di vittime all’anno.
1 su 5 decessi ogni anno negli Stati Uniti sono correlati al fumo da tabacco.
I suoi effetti negativi sono in grado di danneggiare più organi del corpo e indurre:
- cancro, malattie cardiache, ictus, malattie polmonari,
- diabete e broncopneumopatia cronica ostruttiva (BPCO), che comprende enfisema e bronchite cronica;
- alcune malattie degli occhi, artrite reumatoide
I ricercatori sono consci anche del rischio di aumento di casi di tubercolosi, oltre che dei danni al sistema immunitario, in particolar modo legati alle difese contro le infezioni.
Ad oggi non sono chiari gli effetti del fumo di sigaretta sui microbi che vivono nella cavità rinofaringea.
Le infezioni più comuni da stafilococco
Il Dottor Maisem Laabei, del Dipartimento di Biologia e Biochimica dell’Università di Bath, nel Regno Unito, è autore della nuova ricerca: “Cigarette smoke exposure redirects Staphylococcus aureus to a virulence profile associated with persistent infection” pubblicata sulla rivista Scientific Reports.
L’autore specifica di esser stato mosso dall’obiettivo di accertare gli effetti dell’esposizione al fumo dello stafilococco.
Lo Staphylococcus aureus è un batterio che fa parte della microflora nasale del 30–60% delle persone.
Le infezioni che l’agente patogeno può causare sono:
- infezioni cutanee
- infezioni del sangue: avvengono quando un catetere inserito in una vena resta in sede per lungo tempo.
- osteomielite: si produce quando Staphylococcus aureus si diffonde da un’infezione nel sangue ad un osso o da un’infezione dei tessuti molli adiacenti, come può avvenire nelle persone con profonde piaghe da decubito o ulcere del piede dovute al diabete.
- polmonite: si presenta (soprattutto) dopo aver contratto l’influenza o un’infezione del sangue, durante l’assunzione di corticosteroidi o farmaci che sopprimono il sistema immunitario (immunosoppressori), oppure quando le persone vengono ricoverate in ospedale perché necessitano di intubazione tracheale e ventilazione meccanica.
- endocardite: si verifica in caso di iniezione di sostanze stupefacenti, presenza di valvole cardiache artificiali o infezione di un catetere inserito in una vena.
I ceppi MRSA resistenti agli antibiotici
Alcuni ceppi di stafilococco, nel tempo, sono diventati resilienti all’antibiotico “Meticillina” e alla maggior parte degli antibiotici in uso.
Questa tipologia di batterio resistente all’antibiotico Meticillina è indicato con l’acronimo MRSA.
Il primo stafilococco meticillino-resistente (MRSA) è stato isolato l’anno stesso del lancio della Meticillina.
I ceppi MRSA hanno acquisito e integrato nel loro genoma un elemento genetico mobile chiamato “staphylococcal cassette chromosome mec” (SCCmec), che porta il gene per la resistenza alla meticillina (mecA).
L’MRSA contribuisce in maniera significativo ai problemi della salute pubblica legati alla antibiotico-resistenza microbica.
Ogni anno è la causa principale negli Stati Uniti di 94.360 infezioni invasive.
Muoiono 18.650 persone per le dirette conseguenze.
Il Dr Laabei, nel corso della ricerca, ha esposto al fumo sei dei ceppi più comuni di MRSA, scelti per rilevanza clinica e diversità genetica.
Gli esiti dell’esposizione al fumo degli MRSA
Alcuni dei ceppi sottoposti ad esposizione sono diventati più persistenti, invasivi e resistenti all’antibiotico rifampicina.
I risultati delle analisi hanno evidenziato una formazione mutazionale di varianti costituite da piccole colonie di batteri (SCV).
Una formazione quindi anomala e a crescita lenta, difficile da trattare per i medici, in grado di adattarsi alle condizioni più difficili.
Questi batteri sono inoltre collegati alle infezioni croniche dovute al fumo.
L’esposizione al fumo sarebbe quindi in grado di provocare la reazione dello stafilococco mutando il suo DNA a un ritmo molto più veloce del normale, portando alla formazione di SCV.
Il Dr. Maisem Laabei ha spiegato:
Ci aspettavamo alcuni effetti, ma non prevedevamo che il fumo avrebbe influenzato la resistenza ai farmaci in questo modo. […] Riconosciamo che l’esposizione in un laboratorio è diversa dal fumo inalato per lungo tempo, ma sembra ragionevole ipotizzare, in base alla nostra ricerca, che le condizioni stressanti imposte dal fumo inducono risposte nelle cellule microbiche portando all’adattamento a condizioni difficili, con l’effetto netto di aumentare la virulenza e / o il potenziale di infezione. […]
Questi [SCV] sono altamente adesivi, invasivi e persistenti. Possono rimanere latenti a lungo, sono difficili da eliminare e sono collegati all’insorgenza di infezioni croniche.