L’origine esatta della sindrome premestruale (PMS) è sconosciuta, tuttavia i livelli di zinco sono spesso inferiori nelle donne che manifestano sintomi importanti a ridosso dell’inizio del ciclo mestruale.
Questa carenza potrebbe essere responsabile di alcuni dei sintomi neurofisiologici della sindrome premestruale, come irritabilità, depressione e instabilità emotiva. Nonostante questa potenziale connessione, ci sono poche prove che l’integrazione di zinco possa migliorare la qualità della vita nelle donne con sindrome premestruale.
Per lo studio randomizzato placebo-controllato di 12 settimane, pubblicato in Marzo 2020, sono state coinvolte 60 studentesse universitarie iraniane con sindrome premestruale. Divise in due gruppi, hanno assunto zinco gluconato (30 mg di zinco elementare) o un placebo.
Prendete fiato, il titolo è wertmulleriano: “Effect of Zinc Supplementation on Physical and Psychological Symptoms, Biomarkers of Inflammation, Oxidative Stress, and Brain-Derived Neurotrophic Factor in Young Women with Premenstrual Syndrome: a Randomized, Double-Blind, Placebo-Controlled Trial”
Nel corso della ricerca, un questionario sui sintomi della sindrome premestruale è stato registrato giornalmente da ciascuna partecipante per due cicli mestruali consecutivi prima dello studio (basale) e per i due cicli mestruali durante lo studio (intervento).
Prima e dopo la ricerca, sono stati raccolti inoltre campioni di sangue e misurazioni corporee.
Risultati dello studio
Lo zinco parrebbe aver ridotto i sintomi fisici e psicologici della sindrome premestruale, mentre il placebo non ha sortito alcun effetto. Rispetto al gruppo placebo, il gruppo zinco aveva livelli sierici di zinco più elevati, capacità antiossidante totale e fattore neurotrofico derivato dal cervello, che gioca un ruolo nel modo in cui gli ormoni sessuali femminili interagiscono con il cervello.
I livelli di proteina C-reattiva non differivano tra i gruppi.