Ultimo aggiornamento: 6 Agosto 2019
DISTURBI DEL COMPORTAMENTO ALIMENTARE
Si tratta di disordini psicologici caratterizzati da un rapporto patologico con il cibo che può manifestarsi con il rifiuto di mangiare, con un desiderio improvviso ed incontenibile di consumare grandi quantità di cibo oppure con il rigurgito volontario del cibo. Generalmente sono problemi causati da carenze affettive, conflitti sociali, bassa autostima, stress, depressione o ritardo mentale. Se non curati possono portare gravi problemi del metabolismo ed anche alla morte.
FORME DI DISTURBI DEL COMPORTAMENTO ALIMENTARE
Anoressia nervosa: è caratterizzata dal timore psicologico di aumentare di peso e inducendo alla limitazione drastica dell’assunzione di cibo. Spesso si accompagna a bulimia ed ha cause che possono essere psicologiche, socioculturali o genetiche. E’ una malattia che inizialmente può passare inosservata ma che porta progressivamente ad una notevole perdita di peso che determina l’interruzione delle mestruazioni, la disidratazione, problemi cardiaci, ritardo nella crescita e carenze alimentari. La cura richiede spesso un ricovero ospedaliero e l’intervento di nutrizionisti e psicologi.
Bulimia: è caratterizzata da un’incontrollabile compulsiva ed eccessiva ingestione di cibo (iperfagia) in un breve lasso di tempo, seguita da vomito volontario, uso di lassativi e diuretici, eccessiva attività sportiva e riduzione del cibo. Le cause possono essere socioculturali o psicologiche; di solito non provoca grandi fluttuazioni di peso ,ma può avere gravi conseguenze per la salute causando problemi cardiaci, problemi del sistema digerente, infiammazioni delle gengive, dell’esofago, dello stomaco e dell’intestino.
Mericismo: è un disturbo che si manifesta nei bambini piccoli e consiste nel rigurgitare volontariamente il cibo e masticarlo prima di ingerirlo o sputarlo. Di solito è legato a problemi relazionali tra il bambino ed i genitori, ma può anche essere indice di un ritardo mentale. In alcuni casi guarisce spontaneamente, altre volte è necessario ricorrere alla psicoterapia.