La Melatonina è uno degli integratori più venduti nell’ultimo anno e sempre più consumatori vi fanno affidamento per garantirsi sonno di qualità e ridurre le possibilità di risvegli notturni. Al momento, tuttavia, non vi è una robusta letteratura scientifica che escluda potenziali effetti collaterali causati dal suo prolungato e abituale utilizzo.
Cos’è la melatonina?
La melatonina è un ormone (secreto dalla ghiandola pineale) chiave per la regolazione dei ritmi circadiani, che svolgono un ruolo influente in alcuni aspetti delle funzioni dell’organismo, inoltre regolano l’alternanza sonno/veglia. La loro interruzione può avere numerose conseguenze sulla salute; ritmi circadiani sballati sembrano essere anche un fattore di rischio per lo sviluppo di obesità, diabete tipo 2 e malattie cardiovascolari.
La ghiandola pineale elabora informazioni ambientali quali la presenza di buio o di luce e in base ad esse regola la secrezione di melatonina, causando una sensazione di sonnolenza di sera, e favorendo il risveglio al termine della notte (Fonte).
Non a caso, una delle torture più cruente è proprio quella basata sulla deprivazione del sonno.
La melatonina come integratore alimentare
Basta accendere per qualche istante la TV -specie la sera- per esser bombardati da pubblicità di integratori a base di melatonina che promettono sonno riposante e miglioramento della qualità della vita. Alcuni prodotti uniscono la melatonina a vitamine ed estratti erboristici (es: melissa o valeriana).
Non stupisce il successo di questi rimedi: non richiedono prescrizione medica, sono facilmente reperibili in farmacia, parafarmacia e anche nei supermercati, e rappresentano il tentativo più immediato di riconquistare una qualità del sonno minacciata da stress quotidiano, ansia e da due anni di pandemia, con tutte le conseguenze psicologiche e psichiatriche che questa ha portato con sé.
Un recente studio: “Trends in Use of Melatonin Supplements Among US Adults, 1999-2018” è stato pubblicato il 1 Febbraio 2022 su Jama conferma non solo un trend in crescita, ma anche un dosaggio sempre maggiore che i consumatori assumono: i ricercatori hanno esaminato i dati provenienti dal NHANES (National Health and Nutrition Examination Survey), riferiti agli anni 1999 al 2018. La base dati è composta da 55.021 adulti, 52% di donne, età media 47,5 anni.
L’aumento di consumo di melatonina ad assunzione orale (negli Stati Uniti) è statisticamente significativo: dallo 0,4% del 1999-2000 al 2,1% nel 2017-2018. Stabilita la dose massima consigliata di melatonina (5 mg/giorno), coloro che superavano questa soglia erano lo 0,08% nel 2005-2006 e lo 0,21% nel 2017-2018.
Integratori di melatonina: funzionano?
Studi scientifici confermano che la melatonina come integratore è efficace in caso di insonnia (Fonte) e a seguito di eventi che interrompono il normale ciclo sonno-veglia, come ad esempio il jet-lag.
Efficaci ad un dosaggio di circa 1 mg, fino a 3-5 mg, anche se questi integratori devono passare i processi digestivi, aumentano realmente la quantità nel sangue (Fonte) e pare sia escluso che possano creare dipendenza fisica o sintomi da astinenza.
Tutto bene quindi? Non necessariamente.
L’uso, anche sporadico, della melatonina è associato ai seguenti, possibili, effetti collaterali:
- vertigini;
- crampi allo stomaco;
- mal di testa;
- nausea;
- confusione o disorientamento;
- depressione;
- irritabilità;
- ansia;
- bassa pressione sanguigna;
- tremori.
Ognuno dei sintomi sopra riportati è considerato di “modesta entità” nello studio: “The Safety of Melatonin in Humans” (2016), e sparisce una volta interrotta l’assunzione della melatonina; tuttavia, la regola è sempre la stessa e non ci stancheremo mai di ribadirlo su queste pagine: con gli ormoni non si scherza. E, come scritto in apertura, non vi sono studi su larga scala che confermino la sicurezza dell’uso abituale e a lungo termine di integratori di melatonina. Nulla vieta (come abbiamo visto per gli integratori di BHB) che la continua introduzione “dall’esterno” (esogena) di una sostanza, nel tempo ne diminuisca la produzione naturale (endogena).
Un altro problema è proprio la natura degli integratori di melatonina. Sono, appunto, integratori.
Non essendo farmaci, la produzione degli integratori ricade nella stessa normativa degli alimentari. La titolazione di principio attivo o di sostanze contenute non è stringente. E’ per lo più una “linea guida”. Un po’ come i macronutrienti (proteine, carbo ecc.) dichiarati in etichetta sugli alimentari: sono valori stimati, e nessuna norma obbliga il produttore a rispettarli al microgrammo. Gli integratori alimentari non sono soggetti a standardizzazione. Salvo evidenti sofisticazioni o comportamenti dolosi (illeciti penali), il milligrammo di melatonina dichiarato in etichetta potrebbe essere tranquillamente 0,5mg o anche 2mg.
E se pensate che sia una paranoia, lo studio pubblicato su JAMA e citato sopra, ha stimato discrepanze tra quanto dichiarato in etichetta e melatonina presente che possono raggiungere il 478%.
Problematiche connesse all’uso sistematico della melatonina
Nonostante la melatonina come integratore, sia considerata tra le più “safe” (sicure) sul mercato, mancano ad oggi studi che ne attestino la sicurezza se usata abitualmente e per lunghi periodi.
E’ raccomandato a donne incinte o che stanno allattando di interromperne l’assunzione.
Anche se è dimostrato non provocare dipendenza fisica, l’uso sistematico di un “aiuto” per dormire, potrebbe causare una dipendenza psicologica, che una volta cessata l’assunzione può causare un peggioramento delle preesistenti problematiche di insonnia.
Inoltre, insonnia e scarsa qualità del sonno potrebbe nascondere problematiche come apnee notturne, che possono causare, tra le altre patologie, ipertensione. Assumere melatonina per dormire potrebbe portare il soggetto a sottovalutare o ignorare le vere cause delle sue difficoltà a prender sonno.
Ulteriori preoccupazioni derivano dalle possibile interazione della melatonina (fonte) con:
- Alcool;
- Anticoagulanti;
- Anticonvulsivanti;
- Fluvoxamina;
- Anticoncezionali;
- Farmaci antidepressivi;
- Benzodiazepine;
- Farmaci per il controllo della pressione;
- Farmaci per diabetici;
- Farmaci per dormire.
In conclusione
Gli integratori di melatonina sono efficaci per insonnia sporadica e jet-lag. Alla melatonina sono riconosciute anche proprietà antiossidanti. L’utilizzo è considerato sicuro (a parte qualche effetto collaterale lieve) se limitato nel tempo.
E’ però importante ricordare che non vi sono ad oggi studi su umani che ne attestino la sicurezza nel lungo periodo, che questo ormone interagisce con un gran numero di farmaci e che se si soffre di insonnia cronica questa potrebbe nascondere delle patologie serie che il paziente, “curandosi fai-da-te” con la melatonina, potrebbe sottovalutare e non consultare uno specialista del sonno.