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[Nuovo Studio] Come influisce il cervello sui nostri comportamenti a rischio

Ogni giorno prendiamo delle decisioni, a seconda dell’obiettivo che ci siamo prefissati di raggiungere.
Alcune volte queste decisioni sono un riflesso logico di un’attenta e accurata valutazione dei possibili risultati per essere sicuri e non correre rischi.
Altre volte, invece, ci muoviamo in modo diametralmente opposto e siamo abbastanza coraggiosi da assumerci la responsabilità (e l’esito) dei “comportamenti a rischio”.
Perché passiamo ad una svolta così diversa rispetto ad un comportamento calibrato?

Le fluttuazioni endogene del cervello sono responsabili dei comportamenti a rischio?

Il comportamento umano è sorprendentemente variabile, anche di fronte allo stesso problema in circostanze identiche.
Un esempio importante è il processo decisionale rischioso.
Le teorie economiche fanno fatica a spiegare perché gli esseri umani sono così incoerenti.
Incoerenze nel processo decisionale basato sul valore spesso violano i principi della teoria economica razionale.
Questo è parte dell’abstract del nuovo studio pubblicato il 26 Agosto 2019 sul PNAS: “Endogenous fluctuations in the dopaminergic midbrain drive behavioral choice variability”.

I ricercatori sono riusciti a dimostrare che la cognizione è influenzata dalle fluttuazioni degli stati cerebrali interni, fornendo una base fisiologica per la variabilità del comportamento umano complesso.

Il cervello umano, allo stato di riposo, mostra sostanziali fluttuazioni dell’attività regionale in assenza di stimolazione esterna.
Tuttavia, il ruolo funzionale di queste fluttuazioni non è chiaro.
Le fluttuazioni endogene persistono quando i partecipanti svolgono compiti imposti esternamente e possono spiegare la variabilità neurale nelle risposte richiamate dal compito.
Le fluttuazioni endogene influenzano anche il modo in cui gli stimoli vengono elaborati,. la percezione degli:

  • stimoli uditivi
  • stimoli somatosensoriali

e possono influenzare la forza esercitata durante semplici azioni motorie, come premere un pulsante.
Tuttavia, non è noto se le fluttuazioni intrinseche influenzino anche i processi cognitivi complessi, come il processo decisionale, e se la variabilità dell’attività cerebrale di prestigio possa prevedere decisioni future.

Il ruolo della dopamina nelle “scelte azzardate”

Il team di ricercatori ha ipotizzato che le fluttuazioni endogene nelle aree del cervello implicate nel processo decisionale avrebbero spiegato la variabilità nella scelta.

In particolare, se le fluttuazioni endogene del mesencefalo dopaminergico, che comprende la substantia nigra (SN) e l’area tegmentale ventrale (VTA), svolgano o meno un ruolo chiave nel processo decisionale a rischio.

Nella VTA sono contenuti i pirenofori di neuroni dopaminergici. Essa è implicata nel sistema di ricompensa del cervello, sia per via fisiologica sia sotto stimoli di sostanze stupefacenti.
La VTA contiene neuroni che proiettano a numerose aree dell’encefalo: dalla corteccia prefrontale alle regioni più caudali del tronco encefalico. (Wikipedia)

La modulazione della neurotrasmissione della dopamina può aumentare l’assunzione di rischi e la disfunzione della dopamina è fortemente legata a problemi di gioco d’azzardo e comportamenti impulsivi.

I risultati del test e l’importanza di “prendersi il tempo”

Lo studio è stato condotto su 43 giovani adulti sani e sull’attività cerebrale a riposo: ovvero quando la persona è inattiva, ma il suo cervello resta vigile e attivo.

I ricercatori hanno effettuato scansioni MRI del cervello dei partecipanti mentre prendevano parte a un’attività sperimentale di gioco.

Foto di Eric Leroy da Pixabay

Dovevano scegliere tra:

  • una scelta sicura (poco guadagno economico)
  • una scelta azzardata (molto guadagno o nessun guadagno economico).

I partecipanti potevamo scegliere una delle due opzioni solo quando, a riposo, i loro cervelli mostravano un picco di attività nel mesencefalo dopaminergico oppure quando l’attività in quella zona era bassa.
I risultati hanno dimostrato che era più probabile che i partecipanti optassero per la scelta più sicura quando c’era poca attività in questa regione del cervello prima del processo decisionale.
Quando l’attività nel mesencefalo dopaminergico era elevata durante uno stato di riposo, i partecipanti erano più propensi a fare la “scelta azzardata”.

I prossimi studi saranno rivolti a determinare con esattezza come le fluttuazioni naturali nell’attività cerebrale a riposo possano influenzare le nostre decisioni su base giornaliera.
Per ora, i ricercatori sottolineano che le loro recenti osservazioni mostrano, ancora una volta, quanto sia cruciale non affrettarsi in nessuna decisione e prendersi tutto il tempo utile per scegliere nel caso di decisioni importanti.
L’autore della ricerca, Robb Rutledge, Ph.D. ha concluso:

Il nostro cervello potrebbe essersi evoluto per avere fluttuazioni spontanee in un’area cerebrale chiave per il processo decisionale perché ci rende più imprevedibili e in grado di affrontare meglio un mondo che cambia.

I ricercatori vedono una prospettiva futura di impiego di questo tipo di ricerca per stabilire nuovi trattamenti per la cura di sindromi come la dipendenza dal gioco d’azzardo.

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Lucia Fava
Copywriter ed esperta di social media marketing, è la responsabile del coordinamento con i revisori scientifici. Si occupa di ricerca fonti e fact checking. ------ Note biografiche disponibili nella pagina Redazione | Tutti gli articoli, ove non espressamente specificato, sono sottoposti a Revisione Scientifica e Fact Checking.
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