Pubblicato il 29 Agosto 2019 su BMJ Nutrition, Prevention & Health, l’articolo “Could we be overlooking a potential choline crisis in the United Kingdom?“, a firma Emma Derbyshire, nutrizionista inglese, pone il serio dubbio che un’alimentazione unicamente o prevalentemente vegetale possa seriamente causare deficienze di “Colina“, un nutriente essenziale che presiede a numerosi aspetti del metabolismo, come la sintesi di neurotrasmettitori, la struttura cellulare e la metilazione.
Un numero crescente di studi dimostra i benefici delle diete a base vegetale. La scienza dell’alimentazione sta incoraggiando le persone a consumare maggiori quantitativi di frutta e verdura e sempre più consumatori prestano attenzione a questo consiglio dietetico.
Solo negli ultimi due mesi, sono state pubblicate due ricerche suggeriscono che le diete a base vegetale possono ridurre il rischio di malattie cardiovascolari del 32% (fonte) e il diabete del 23% (fonte). Un’altra ricerca ha indicato che semplicemente aggiungere più frutta e verdura alla dieta può ridurre il rischio di cancro e allungare la durata della vita (fonte).
I consumatori non sono, giustamente, refrattari alle conclusioni di questi studi e fanno scelte alimentari diverse. Sebbene i sondaggi dimostrino che il numero di persone che si considerano vegane o vegetariane negli Stati Uniti (fonte) e in Europa (fonte) è rimasto stabile nell’ultimo quinquennio, è probabile che l’interesse delle persone nei confronti degli alimenti a base vegetale sia cresciuto negli ultimi anni.
La preoccupazione è che l’abbandono, totale o parziale, delle proteine di origine animale causi nel medio termine una deficienza di colina, che è associata a malattie del fegato, compromissione della funzione cognitiva nella prole e persino disturbi neurologici. La sostanza nutritiva è la chiave per lo sviluppo di un cervello sano, in particolare nelle fasi fetali.
Le fonti primarie di colina sono: Manzo, uova, latticini, pesce e pollo. Noci, legumi e verdure, come i broccoli, contengono quantità estremamente basse di colina.
La dose minima raccomandata giornaliera di colina è 425 milligrammi (mg) al giorno per le donne, 550 mg al giorno per gli uomini, 450 mg al giorno per le donne in gravidanza e 550 mg al giorno per le donne che allattano. (fonte)
La Dott.sa Derbyshire non fa uso di metafore:
Se la colina non viene ottenuta nei livelli necessari dalle fonti alimentari di per sé, è necessaria una strategia di integrazione, soprattutto in relazione alle fasi chiave del ciclo di vita, come la gravidanza, quando l’assunzione di colina è fondamentale per lo sviluppo del bambino “
e aggiunge:
Bisogna fare di più per educare gli operatori sanitari e i consumatori sull’importanza di una dieta ricca di colina e su come raggiungere la dose minima giornaliera