Ultimo aggiornamento: 24 Settembre 2019
Trecentomila medici, gli specializzandi dal 1978 al 2006, sono stati dimenticati dallo Stato ovvero gli è stato negato il corretto trattamento economico durante il corso post laurea, nonostante quanto disposto dalle direttive comunitarie.
Come se non bastasse i loro corsi di formazione non sono conformi alla normativa europea e conseguentemente questi specialisti non vengono riconosciuti negli altri Stati membri. Ciò significa che se un medico specializzato in quell’intervallo temporale prende parte ad un concorso nazionale otterrà un punteggio più basso rispetto ad altri colleghi. Se addirittura decidesse di voler lavorare all’estero, incapperà in problemi burocratico amministrativi per il riconoscimento del titolo fino, in qualche caso, a dover sostenere un esame nell’Università del Paese ospite. Marco Tortorella, avvocato del Gruppo Consulcesi che nel corso degli anni ha difeso circa 100 mila medici italiani sostiene che questi dottori hanno subito un danno vedendo il loro titolo considerato di serie B e non essendo stati retribuiti a dovere. Quindi lo Stato sarebbe obbligato al risarcimento in quanto responsabile di una violazione della giurisprudenza dell’Unione europea e italiana.
Al convegno tenutosi a Roma su “Innovazione, diritti e formazione. La professione medica tra vecchie e nuove sfide”, organizzato sempre da Consulcesi, molte le testimonianze di chi nel corso degli anni si è visto privare di possibilità di accedere a borse di studio ed ha lavorato per decenni senza tutele.
Ci auguriamo che lo Stato italiano si faccia carico di questi professionisti che per decenni hanno prestato lavoro senza ricevere adeguata tutela e riconoscimenti.