Mentre i media generalisti cercano, affannosamente, di tener vivo l’interesse la psicosi da SARS-CoV-2, ad esempio sbattendo in prima pagina i dati dei contagi degli Stati Uniti (REALI, ma va sempre considerato che gli U.S.A. sono grandi quasi quanto l’intera Europa!), Brasile (idem) e India (Idem al quadrato), con l’arrivo della bella stagione le persone sono assalite da dubbi di natura molto più… pratica. Ad esempio: le zanzare possono trasmettere il virus?
La scienza, in questo caso, viene in aiuto con una ricerca specifica: “SARS-CoV-2 failure to infect or replicate in mosquitoes: an extreme challenge“, pubblicata il 17 Luglio 2020 su Nature / Scientific Reports.
Vediamo nel dettaglio lo studio. Il quale, per la cronaca, rappresenta la prima indagine sperimentale sulla capacità di SARS-CoV-2, il virus che causa il COVID-19, di infettare e di essere trasmesso dalle zanzare.
Lo studio è stato condotto presso l’Università del Kansas, nel dipartimento BRI (Biosecurity Research Institute), con la collaborazione della facoltà di Medicina Veterinaria.
Le conclusioni sono chiare ed inequivocabili: il virus non è in grado di replicarsi in tre specie comuni di zanzare – Aedes aegypti, Aedes albopictus e Culex quinquefasciatus – e quindi non può essere trasmesso all’uomo.
Il BRI, presso l’Università del Kansas, è specializzato nell’analisi di trasmissibilità delle malattie da animale a uomo, in precedenza ha studiato la febbre della Rift Valley e l’encefalite giapponese, nonché malattie che avrebbero potuto devastare l’approvvigionamento alimentare americano, come l’influenza suina africana e l’influenza suina classica.