Siamo cresciuti sotto il giogo di quel costante terrorismo psicologico che ci “condanna“, sin da piccoli, ad un determinato carattere o destino se siamo nati sotto un segno zodiacale piuttosto che un altro. Ovviamente: l’astrologia è una stronzata buona solo per riempire buchi di palinsesto o quell’angolino dei quotidiani che neanche un sexy shop di terz’ordine acquisterebbe.
Eppure, specie quando si ha tanto tempo libero da buttare e decenni di dati sanitari da incrociare, anche gli Scienziati si sono spesso sbizzarriti a tracciare associazioni tra la data di nascita e la maggiore o minore possibilità di sviluppare determinate patologie.
Comunque sei sei dello Scorpione, sei destinato a vita lunga. Almeno, secondo quanto dedotto da uno studio, pubblicato su The BMJ il 18 Dicembre 2019, dal titolo: “Birth month, birth season, and overall and cardiovascular disease mortality in US women: prospective cohort study“.
Base dati
Per lo studi di coorte, i ricercatori hanno analizzati i dati dallo Nurses ‘Health Study, iniziato negli anni ’70; ha coinvolto 121.700 infermiere statunitensi registrate che avevano un’età compresa tra 30 e 55 anni al momento dell’iscrizione. Il set di dati include informazioni su ciascuna partecipante, inclusi anamnesi, peso, altezza, abitudini a fumare, dati demografici e fattori relativi allo stile di vita.
Lo studio sulla salute delle infermiere fornisce dettagli straordinariamente granulari; ad esempio, contiene informazioni sul livello di istruzione dei mariti delle partecipanti e se i genitori della partecipante possedevano la loro casa al momento della nascita.
Complessivamente, 116.911 partecipanti erano ammissibili per lo studio corrente; gli autori hanno raccolto informazioni sulle cause di eventuali decessi. In 38 anni di follow-up, ci sono stati 43.248 morti.
Risultati
Una volta che gli scienziati hanno regolato la loro analisi tenendo conto di una serie di variabili, non hanno trovato alcuna associazione significativa tra la mortalità complessiva e il mese o la stagione di nascita. Possono stare tranquilli i nati sotto il segno dei Pesci (notoriamente ipocondriaci), del Toro (notoriamente ossessivi e compulsivi) e della Vergine (notoriamente rompipalle).
Tuttavia, hanno identificato un effetto sul rischio di mortalità cardiovascolare.
Ahia!
Comparate con le donne nate a novembre, quelle nate da marzo a luglio avevano una mortalità più elevata per le malattie cardiovascolari, mentre le donne nate a dicembre presentavano mortalità per malattie cardiovascolari più bassa.
No, la posizione di Giove e Saturno nei mesi primaverili ed estivi non c’entra una mazza. Un’ipotesi plausibile è fornita dai ricercatori stessi.
Premesso che una minore mortalità per i (le) nati in Novembre è confermata in due precedenti studi: “Month of birth and cause-specific mortality between 50 and 80 years: a population-based longitudinal cohort study in Sweden.” e “Month of Birth and Mortality in Sweden: A Nation-Wide Population-Based Cohort Study“, una possibile spiegazione non ha assolutamente nulla di astrologico.
I risultati del recente studio suggeriscono che i fattori socioeconomici potrebbero non essere la ragione principale per spiegare diversi tassi di mortalità cardiovascolare in relazione alla stagione di nascita, tantomeno la maggiore o minore probabilità di prevedere se il bambino sarà maschio o femmina. Gli scienziati non sanno spiegare esattamente questo schema, ma ci sono alcune teorie.
La spiegazione che allinea bene o male molti gli scienziati è la Vitamina D.
Alcuni esperti sospettano che la vitamina D potrebbe svolgere un ruolo. Sostengono che se una donna incinta è meno esposta alla luce solare durante la gravidanza, come succede nei mesi invernali, potrebbe essere carente di vitamina D. Questa carenza, forse, potrebbe aumentare il futuro rischio cardiaco del nascituro. In questa fase, tuttavia, non ci sono prove a sostegno di questa teoria.
Nel loro articolo, gli autori si chiedono anche se questa piccola ma significativa tendenza stagionale resisterà alla prova del tempo. Man mano che le persone vivono più a lungo, poiché il cibo è ora prontamente disponibile tutto l’anno e quando il clima cambia, forse questo effetto diminuirà, o forse cambierà gradualmente. Qualunque sia la risposta, solo il tempo lo dirà.
Limitazioni dello studio
Vanno inoltre chiarite le ovvie limitazioni dello studio, che è stato condotto sui dati di sole donne e solo statunitensi. Il tipo di studio stesso, con tutti gli aggiustamenti delle variabili possibili, non può condurre ad alcuna conclusione certa.