Uno studio pubblicato sul Journal of Epidemiology & Community Health il 10 Dicembre 2019 si interroga sull’opportunità di inserire, in aggiunta alla consueta tabella nutrizionale presente sull’involucro dei cibi, anche quanta attività fisica (camminata e/o corsa) è necessaria per smaltire l’alimento.
L’etichetta aggiuntiva, denominata PACE (acr. Physical Activity Calorie Equivalent) fornisce al consumatore la seguente informazione: quanto devi camminare o quanto devi correre per smaltire la merendina, la bibita, la ciambella che stai acquistando?
Lo studio, “Effects of physical activity calorie equivalent food labelling to reduce food selection and consumption: systematic review and meta-analysis of randomised controlled studies ” è disponibile in FULL TEXT in lingua inglese.
Funzionerebbe?
Rispondere in modo definitivo alla domanda non era negli obiettivi dello studio, che rimanda ad ulteriori considerazioni future l’effettiva effiacia.
Secondo gli autori della ricerca, comunque, le prove oggi in possesso dimostrano che le attuali informazioni nutrizionali preconfezionate sugli alimenti e sulle bevande stanno avendo un effetto limitato sul cambiamento dei comportamenti di acquisto o alimentari.
Alcuni studi, come quello del 2018: “Physical activity equivalent labeling vs. calorie labeling: a systematic review and meta-analysis” sembrerebbero però suggerire che neanche l’etichetta PACE avrebbe un grande impatto sulle scelte alimentari degli americani.
Del resto…
… avete mai pensato: “No, allora non lo mangerei mai!”, guardando i manicaretti da strada presentati da Chef Rubio (Unti e Bisunti), solo perché vi sarebbe toccato poi fare 45′ di pugilato o 2 ore di tennis per smaltirli?
