Il Vaccino Antinfluenzale, così come lo conosciamo oggi, contribuisce a prevenire gli effetti, talvolta letali, della diffusione della più comune malattia al mondo: l’influenza. Il problema è che l’attuale vaccino lavora “per addizione”, dovendo includere tutti i possibili sottotipi dei ceppi esistenti. L’idea di un vaccino universale fino a qualche tempo fa sembrava utopistica, ma gli autori di un recente studio pubblicato su The Lancet, sono convinti di aver trovato la strada giusta.
I virus che causano l’influenza sono classificati sotto due ceppi: A e B. Ognuno dei quali presenta diversi sottotipi, che devono essere inclusi nel vaccino antinfluenzale stagionale. I virus dell’influenza, inoltre, mutano nel tempo (il cosiddetto “drift” e “shift”) rendendo potenzialmente meno efficace la formulazione di vaccini decisa ad inizio stagione.
Ideale sarebbe isolare un fattore, una caratteristica, tipica di ogni virus influenzale, andare al cuore del virus indipendentemente dal ceppo, dai sottotipi e dalle possibili mutazioni. Se si riuscisse, si potrebbe creare un vaccino universale, più leggero, più efficace.
Ed è proprio ciò che sono convinti di essere riusciti a fare alla Scuola di Medicina Icahn School a Mount Sinai (New York City, NY). I ricercatori hanno studiato un nuovo e inedito approccio al virus dell’influenza che potrebbe in futuro portare al vaccino antinfluenzale universale, il quale non solo sembrerebbe essere efficace, ma è anche in avanzata sperimentazione clinica (Phase 1).
Lo studio: “Immunogenicity of chimeric haemagglutinin-based, universal influenza virus vaccine candidates: interim results of a randomised, placebo-controlled, phase 1 clinical trial” è disponibile dal 17 Ottobre 2019 in FULL TEXT (quindi: interamente e liberamente consultabile) su The Lancet Infection Diseases.
I ricercatori hanno concentrato le loro attenzioni sulla Emoagglutinina , una proteina comune a tutti i virus, utilizzata da questi ultimi per attaccarsi alle cellule e infettarle.
L’emoagglutinina si compone di due parti: la testa e il gambo. La prima differisce notevolmente a seconda delle variazioni del virus. Il gambo invece tende a mutare meno di frequente. Sulla base di questo assunto, è stato sviluppato un vaccino che attacca il gambo dell’emoagglutinina. A tal fine, hanno lavorato con una variante proteica chiamata “emoagglutinina chimerica” (cHA).
Un approccio simile era stato tentato per la produzione di un vaccino universale contro il meningococco che causa meningite. (cfr: “Un passo avanti verso il vaccino universale” – Quotidiano Sanità, 14/07/2011)
In una sperimentazione clinica di fase I – per la quale sono stati reclutati volontari adulti sani – i ricercatori hanno testato diversi regimi di vaccinazione basati su cHA per determinare quali avrebbero potuto stimolare adeguatamente il sistema immunitario al fine di proteggere dall’influenza in generale.
In uno di questi approcci, una singola vaccinazione con un adiuvante a base di emoagglutinina chimerica, è riuscita con successo ad attivare anticorpi che combattono diversi tipi di virus influenzale.
Ulteriori risultati saranno disponibili per la fine dell’anno in corso.
Finanziatori della ricerca
La ricerca è stata finanziata dalla Fondazione di Bill Gates (Bill & Melinda Gates Foundation), nonché dal NHI, e i materiali procurati dalla GSK.