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[Studio] Gli antibiotici attaccano il microbioma (intestinale): vaccino antinfluenzale meno efficace

Vero, i titoli scientifici sono poco attraenti e poco “SEO”. Ma tant’è. Avrei dovuto optare per una cosa tipo: “Scopri cosa ti succede se assumi troppi antibiotici!!!11uno!“, oppure: “Il vaccino antinfluenzale non ti proteggerà contro l’influenza! Clicca qui per scoprire perché!“. Alla fine non ce l’ho fatta, alla logica acchiappaclick dell’attuale informazione non riesco proprio a piegarmi [Apprezziamo! N.d.R.].

Per introdurre lo studio, “”Antibiotics-Driven Gut Microbiome Perturbation Alters Immunity to Vaccines in Humans“, pubblicato su Cell il 5 Settembre 2019, è necessario un minimo di terrorismo psicologico, e otterrò la vostra attenzione parlandovi dell’antibiotico-resistenza.

L’antibiotico-resistenza, ovvero l’immunità di un batterio all’azione dei farmaci, antimicrobici, che dovrebbero debellarlo dall’organismo, è considerata dall’Organizzazione Mondiale della Sanità come uno dei maggiori pericoli per la salute del 2019 (e, si presume, anche del 2020) secondo la classifica stilata qui: “Ten threats to global health in 2019 – Dieci minacce alla salute globale nel 2019“.

Un mio professore, all’Università, per spiegare come avveniva l’antibiotico-resistenza, usava spesso una metafora:

Immaginate di avere di fronte un esercito nemico, nel vostro arsenale avete un solo proiettile, che però è magico, perché uccide istantaneamente tutti i vostri nemici colpendoli al cuore. Sparate. Muoiono tutti. O quasi. Perché qualcuno dei vostri nemici, che è nato col cuore a destra, sopravvive. In apparenza i nemici rimasti battono in ritirata, ma cominciano a riprodursi. Quando si ripresentano, una nuova generazione di nemici col cuore a destra è pronta ad affrontare il vostro proiettile magico, sapendo che ne sarà immune. Così siete costretti a fabbricare un proiettile ancora più potente, che uccide i nemici con il cuore a sinistra e i nemici col cuore a destra. Moriranno tutti. O quasi. Perché qualcuno, con il cuore un po’ più forte degli altri sopravviverà. In apparenza i nemici rimasti battono in ritirata, ma ricominciano a riprodursi. Quando si ripresentano, una nuova generazione di nemici che ha il cuore a destra, ma più forte e protetto della generazione precedente è pronta ad affrontare il vostro proiettile magico, sapendo che ne sarà immune. Così siete costretti a fabbricare un proiettile che uccide i nemici con il cuore a sinistra, con il cuore a destra, ma che è anche più potente del precedente. E così via. Il ché non sarebbe un problema, se non che i vostri proiettili man mano che diventano più potenti non danneggiano solo i nemici, ma anche il campo di battaglia. E il campo di battaglia è il vostro organismo.


Suonerebbe pleonastico suggerire, al singolo, di evitare il ricorso agli antibiotici ad ogni minimo malanno. Sono anni che le istituzioni e i medici si battono per combattere l’uso sfrenato di antibiotici. Basti sapere che ogni volta che si assume un antibiotico, si favorisce la nascita di una generazione di batteri più forti.

A livello ambientale, l’antibiotico-resistenza è favorita dall’abbondante uso di antibiotici in allevamenti e agricoltura e dall’errato smaltimento di farmaci (es: antibiotici) scaduti, scaricati in fiumi, nel mare o nel terreno.

Insomma, il suggerimento: “Non abusate degli antibiotici” è sempre valido, ma sono necessari interventi, istituzionali, anche a livello più alto per prevenire quella che potrebbe diventare un’emergenza sanitaria nei prossimi anni.

Dalla simpatica exempla che ho citato sopra, si evince che l’uso degli antibiotici danneggia significativamente anche l’organismo: un antibiotico, mirando a debellare i batteri che causano l’infezione, colpisce anche i batteri “buoni”.

Lo studio che presentiamo in questo articolo, mira ad accertare le conseguenze dell’uso di antibiotici sul microbioma intestinale, quel patrimonio di batteri presenti nell’intestino [che qualche psicopatico usa allegramente cancellare con i clisteri pensando che sia una cosa buona e giusta N.d.R.] che -anche se il concetto è controintuitivo- sono un vero e proprio braccio armato contro gli agenti patogeni. Inoltre, accertato che l’uso di antibiotici orali è una vera e propria aggressione a questo “tesoretto” che custodiamo nell’intestino (provocando disbiosi, o disbacteriosi), i ricercatori hanno verificato se l’uso di antibiotici non influisca, negativamente, sull’efficacia del vaccino antinfluenzale.

Dettagli dello studio (andiamo al sodo va…)

Un team di ricercatori dell’Università di Stanford, in coordinamento con l’Istituto nazionale di allergie e malattie infettive (NIAID), ha voluto determinare l’effetto dell’assunzione di un antibiotico orale sulla flora intestinale e la risposta immunitaria del corpo alla vaccinazione antinfluenzale. Prove emergenti mostrano il ruolo chiave del microbioma nel preservare l’integrità del sistema immunitario.

Per raccogliere i dati necessari, sono stati esaminati 33 adulti sani. Un gruppo di 22 persone è stato studiato durante la stagione influenzale 2014-2015 mentre il secondo gruppo, di 11 partecipanti, è stato osservato durante la stagione influenzale 2015-2016. Il primo gruppo presentava un’alta immunità preesistente ai ceppi del virus dell’influenza nel vaccino antinfluenzale, mentre il secondo gruppo aveva una bassa immunità ai ceppi virali del vaccino corrispondente.

Tutti i partecipanti hanno ricevuto un vaccino contro l’influenza stagionale. Circa la metà dei partecipanti di ciascun gruppo ha anche ricevuto un ciclo di cinque giorni di un regime antibiotico ad ampio spettro orale, composto da metronidazolo, vancomicina e neomicina. Dopo di che, hanno ricevuto tutti il ​​vaccino.

Successivamente, i ricercatori hanno esaminato i campioni di feci e sangue dei partecipanti, che sono stati prelevati ed estratti in varie occasioni fino a un anno dopo aver ricevuto il vaccino. Da lì, il team ha monitorato e studiato la risposta immunitaria dei partecipanti ai vaccini, compresa la quantità e la diversità degli organismi nella loro flora intestinale.

Risultati

I risultati mostrano che la maggior parte dei partecipanti che hanno assunto antibiotici vedevano ridotto il numero di batteri intestinali. Nel gruppo “2015-2016”, quelli che presentavano una minore immunità precedente ai ceppi del virus dell’influenza stagionale, l’assunzione di antibiotici orali ha alterato e bloccato la risposta immunitaria a uno dei tre ceppi virali del vaccino – (H1N1 A / California). La scoperta indica che se questi partecipanti vengono esposti al prima citato ceppo virale, saranno meno protetti contro l’infezione rispetto a quelli che non hanno ricevuto antibiotici.

I risultati dello studio potrebbero spiegare la ragione per cui gli anziani rispondono in modo diverso ai vaccini antinfluenzali; presumibilmente perché hanno sistemi immunitari più deboli e meno protetti contro gli organismi patogeni.

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Stefania Palazzo
La 'Stefy' è stata la prima autrice del sito nonché la prima a credere nel progetto Virtua Salute. Appassionata di medicine naturali.
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