Un recente studio multicentrico svizzero, pubblicato sulla rivista Clinical Kidney Journal il 19/8/2019 e coordinato dalla dott.ssa A. Wiegand, nefrologa dell’Università di Zurigo, ha valutato gli effetti della supplementazione di medie dosi di citrato di potassio: “Impact of potassium citrate on urinary risk profile, glucose and lipid metabolism of kidney stone formers in Switzerland”.
Il citrato come prevenzione dell’ipocitraturia
Da tempo è noto che il citrato di potassio ha la funzione di inibire la cristallizzazione di sali nelle urine, proteggendo quindi dalla formazione di calcoli (nella foto di copertina cristalli urinari di ossalato di calcio al microscopio). Ai soggetti con calcolosi renale viene perciò consigliata l’assunzione di potassio citrato per correggere l’ipocitraturia, fattore di rischio per la formazione dei calcoli.
Scarsi invece sono gli studi che valutano l’effetto di questa profilassi su altri metabolismi relativi a:
- glucosio
- assetto lipidico.
Il lavoro del team ha riguardato 428 pazienti seguiti da 3 anni nella Swiss Kidney Stone Cohort; a 43 di essi è stato somministrato il citrato ad una dose media di 3819 mg/giorno.
Dopo 3 mesi il gruppo svizzero ha valutato, oltre ai parametri legati alla calcolosi urinaria, anche:
- glicemia a digiuno;
- emoglobina glicata (che valuta l’andamento delle glicemie nei due-tre mesi precedenti);
- colesterolo totale;
- Indice di Massa Corporea (BMI);
- 1,25 (OH) Vitamina D3 (per verificare un’associazione di questa sostanza con l’escrezione urinaria di citrato)
I benefici del trattamento e le conclusioni dello studio
I risultati hanno evidenziato nei soggetti con supplementazione di citrato:
- aumento significativo del citrato e del magnesio nelle urine;
- nessuna variazione significativa per i livelli ematici di glicemia a digiuno, emoglobina glicata, colesterolo totale
- BMI: non variazioni significative;
- assenza di relazione tra i livelli di Vitamina D3 plasmatici e citrato urinario.
Gli autori affermano quindi che:
L’integrazione di citrato di potassio nei pazienti con calcolosi renale in Svizzera ha comportato un cambiamento benefico del profilo di rischio urinario aumentando in particolare i fattori anti-litogenici.
Il team svizzero conclude infine che, non avendo influenzato parametri indicatori di diabete e dislipidemie:
il citrato di potassio è sicuro e non associato a effetti collaterali metabolici sfavorevoli.