Ultimo aggiornamento: 5 Giugno 2020
Prendete cento esperti. Chiedete ad ognuno di loro di esprimere un parere sul film: “Experiments in the Revival of Organism“. La metà di loro vi dirà che è tutto vero, l’altra metà vi dirà che è un fake. La verità è che hanno tutti ragione.
Il video, che nella versione integrale dura poco meno di 20 minuti, è un “internet classic”, che ricorre frequentemente nei tipici upload acchiappaviews di Youtube: “Gli esperimenti più shokkanti!“, “Video inquietanti Vol. IV” e sciocchezze assortite.
The Experiments in the Revival of Organism è un cortometraggio di produzione russa datato 1940 (ha anche una voce su IMdb: https://www.imdb.com/title/tt0496948/ ) che immortala due esperimenti condotti dal Dr. S.S. Bryukhonenko, durante i quali attraverso un macchinario che pompa sangue e ossigeno filtrato (dopo vediamo meglio i dettagli) riporta in vita la testa mozzata di un cane, che appare sensibile a impulsi acustici, visivi e olfattivi; nel secondo esperimento viene indotta la morte clinica di un altro cane che, dopo 10 minuti, viene riportato in vita. I professori Walter B. Cannon e J.B.S. Haldane compaiono nei credits come voci narranti in lingua inglese.
Experiments In The Revival Of Organisms: video integrale completo
Per chi volesse vederlo, è di pubblico dominio, in download legale, disponibile su archive.org: https://archive.org/details/Experime1940. Al di là di una sorta di inquietudine di fondo che potrebbe suscitare nello spettatore più sensibile, non contiene scene crude o torture .
Vero o fake?
Gli esperimenti del Dottor Bryukhonenko furono reali, e a lui viene accreditato il merito di aver aperto la strada alla moderna cardiochirurgia, avendo creato il primo apparato cuore-polmone per la circolazione artificiale del sangue. Tuttavia, il film ne è una dramatization , una versione patinata ed esagerata, nei risultati ottenuti, a scopo propagandistico: una messa in scena, insomma.
Soprattutto nella parte che riguarda il primo esperimento (la testa mozzata del cane che reagisce agli stimoli esterni), che più colpisce l’immaginario dello spettatore, ci sono due particolari che tradiscono quella che è una finzione scenica.
Non è visibile l’ingresso dei tubi all’interno della testa. L’inquadratura è sempre frontale, rivolta verso il muso del cane. Il ché è strano, per un filmato che dovrebbe documentare nel dettaglio il funzionamento dell’apparato e certificarne l’esistenza.
Ma soprattutto: il movimento che compie la testa del cane (dal minuto 6’30”) quando Bryukhonenko ne sollecita l’udito martellando sul tavolo. In un particolare momento il cane ALZA la testa. Cosa che non sarebbe possibile, se non fosse attaccata al resto del corpo.
Il setting quasi asettico, inoltre, stona un po’ con quello che è lo scenario, leggermente più crudo di una normale giornata lavorativa del dottore sovietico.
L’Autojector di S.S. Bryukhonenko
Sergei Sergeyevich Brukhonenko era un eminente scienziato-scienziato sovietico che dal 1922 al 1924 sviluppò una metodologia per perfondere una testa canina e mantenerla in vita usando il primo dispositivo di supporto vitale extracorporeo che battezzò “Autojector“.
Il brevetto dell’Autojector, fu presentato nel 1925.
Dal 1926 al 1927, in collaborazione con il chirurgo Nikolay Terebinsky, eseguì una serie di esperimenti di perfusione dell’intero corpo canino utilizzando un modello più avanzato di Autojector. Successivamente, Bryukhonenko pensò alla possibilità di estendere questa tecnica alla chirurgia cardiaca. Anche se Bryukhonenko non applicò mai il suo dispositivo nella pratica clinica, Terebinsky usò il concetto dal 1929 al 1940 su esperimenti a cuore aperto.
Anche se, in vita, non ricevette un riconoscimento adeguato alla portata del suo lavoro pioneristico, bisogna riconoscere che Bryukhonenko, insieme a Terebinsky, ha gettato le basi per lo sviluppo della chirurgia cardiaca in Unione Sovietica.